Un vortice che ci porta verso il centro della scintilla creativa e al tempo stesso coinvolge pluralismi, sguardi e scelte espressive: se guardo indietro al 2019 lo vedo così, come una spirale colorata, forse proprio la spirale di Artplatform che intuitivamente insieme a Francesco Zaccagnini abbiamo individuato come logo.
Un anno fa in questi giorni ero ancora in altomare mettendo insieme pezzi di storia di oltre 10 anni di lavoro, aggiustando pagine e link. Il lavoro per il nuovo sito ha portato tutta la piattaforma di Artplatform ad essere pronta per surfare il 10 marzo. Da quel giorno le onde si sono alzate e noi siamo stati gioiosi nel coglierle rapiti dalle mille sfumature che il lavoro di ogni artista ha saputo portare.
Per questo prima di lanciarci nel nuovo anno sento il desiderio di voltarmi indietro e ringraziare. Sono due le realtà che porto nel cuore con gratitudine e stima, una ormai storica: lo Spazio Comel di Latina; l’altra regalo di questo 2019: il gruppo degli Artisti di Monte Mario.
SPAZIO COMEL
Ben quattro le mostre curate nel 2019 presso lo Spazio Comel di Latina, tutte riscaldate dalla felice collaborazione con lo staff del Premio Comel guidato da Gabriella Mazzola. Ogni mostra unica nell’intimità del rapporto creato con gli artisti, nella profondità dell’incontro, nel rispetto reciproco del lavoro.
A marzo con l‘Umanità Riflessa si è consolidato con piacere il rapporto con l’artista polimaterico Giampaolo Cataudella, già presente da qualche anno sulla piattaforma di Artplatform, in seguito al suo riconoscimento nell’edizione 2016 del Premio Comel.
A maggio è stata la volta del viaggio oltre l’Orizzonte degli Eventi di Carmelo Minardi, un incontro ricco di scoperte e stimoli, con un artista capace di coniugare estro artistico e rigore scientifico, meritato Premio del Pubblico dell’edizione 2018 del Premio Comel.
Con l’estate è arrivato dalla Russia il vincitore della VII edizione del Premio Comel, il sound artist
Sergey Filatov, un nome legato alle nuove sperimentazioni tra musica e arti visive. Per l’inaugurazione della mostra SonoContour, lo Spazio Comel si è trasformato in un Contour, una galleria sonora, in grado di ospitare la performance musicale dell’artista russo che ha incantato un folto pubblico durante il vernissage.
In autunno è stata la volta di un atteso ritorno: l’artista Elena Diaco Mayer, vincitrice del Premio del Pubblico 2016. Con una mostra densa di contenuti ipertestuali, e rimandi al mondo della meditazione zen, Mirror of Emptiness ha riaperto la stagione espositiva dopo la pausa estiva.
Il lavoro svolto nel 2019 con lo Spazio Comel ha rafforzato la mia convinzione di aver trovato un luogo d’arte speciale sempre attento alla qualità e a facilitare l’incontro tra artisti, curatori e pubblico nella sana convinzione di trovare nella reciprocità la vera ricchezza dei rapporti.
ARTISTI DI MONTEMARIO
Ciò che ha davvero caratterizzato il lavoro di Artplatform nel 2019 è stata la nascita del folle gruppo degli Artisti di Montemario (che presto riceveranno una pagina a loro dedicata, prometto!)
Con loro abbiamo viaggiato in un vortice di condivisioni, riflessioni e contaminazioni portando l’arte a toccare la strada e il cielo, con consapevolezza politica del nostro essere inevitabilmente creatori del presente e quindi del futuro e della storia.
Il primo progetto che ha dato vita a questo gruppo è stata una Open Call agli artisti di Monte Mario partita il 6 aprile con il coraggio e l’entusiasmo che nasce dagli incontri. Una ventina di artisti tra pittori, fotografi, performer, attori, musicisti si sono incontrati per giorni negli spazi dell’Ex Lavanderia dando vita all’atelier condiviso Lavanderia delle Meraviglie, un progetto da cui è nata la mostra I Panni Sporchi. La mostra ha animato gli spazi dell’Ex Lavanderia accompagnata da profonde riflessioni sui temi della follia, del disagio mentale e della nostra percezione di quella sottile linea di confine che segna gli spazi di definizione di ogni diversità. Un’esperienza unica che unica non resterà perché già siamo pronti a tornare sul tema per le future Giornate Basagliene.
La forza del gruppo degli Artisti di Monte Mario ha sviluppato un potere magnetico per il quartiere coinvolgendo nuovi nomi e importanti interrogativi. Dagli spazi dell’ex Manicomio gli artisti si sono spinti in piazza Guadalupe senza dimenticare le zone limitrofe di Torrevecchia e Primavalle e schierandosi con determinazione contro gli sgomberi abitativi avvenuti a luglio.
Così si è andata definendo un’identità artistica fatta di scambi e collaborazioni e uno sguardo politico incentrato sul rapporto con il territorio, il diritto all’abitare, l’osservazione delle scelte architettoniche fatte da chi un territorio non lo vive e gli interventi artistici messi in atto da chi quotidianamente interagisce con strade e piazze.
Con la Notte degli artisti di Monte Mario abbiamo rivoluzionato un quartiere lasciando segni indelebili. Un evento felice e partecipato da tutto il quartiere. Un evento, anche questo, che speriamo diventi un appuntamento annuale e per il quale non mi stancherò mai di ringraziare l’artista Nina Razzaboni che l’ha fortemente voluto, tutti gli artisti che hanno aderito all’iniziativa e il XIV Municipio di Roma con cui abbiamo avuto una felice collaborazione.
Ancora con gli Artisti di Montemario abbiamo aderito alla RAW 2019 con due eventi legati a due luoghi speciali per la storia del gruppo: l’ex Lavanderia, luogo di nascita e dei primi incontri fisici del gruppo, e il Giardino di Nina, spazio dove si sono andate formando le prime idee che hanno portato alla creazione del gruppo. Due mostre con lo stesso titolo: Come Fiori in Città, a sottolineare la forza della resilienza del gruppo, la scelta del nostro difficile territorio urbano, il desiderio di fiorire nonostante tutto.
Diceva Calvino: ” Due modi ci sono per non soffrire. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconosce chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.” Gli artisti di Montemario hanno scelto questa seconda strada di attenta consapevolezza. Una prospettiva che sceglie di guardare il gran caos urbano e sublimarlo trasformandolo in arte, per riconsegnarcelo mostrandoci i Fiori che in città spuntano tra gli angoli di un marciapiede e un tombino: la vita nascosta tra la polvere.
Ultimo incontro dell’anno è stato il Mercato Creativo ospitato da Gaia.bio che ci ha visto chiudere l’anno tra canti, vino, risate e condivisione, una bella occasione per approfondire la conoscenza nell’allegria che un mercato sa creare.
Così con arte e allegria, leggerezza e profondità, voglia di stare insieme e di godere del presente ci lanciamo nel 2020 convinti che anche questo sarà un anno ricco di belle iniziative, incontri e crescita! Stay tuned!!!
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