Il poliedrico artista Marco Tullio Dentale ha presentato durante una serata di Slow Art Talk il suo progetto Living in a Box.
L’evento era inserito all’interno della Rassegna Tutte le Strade, in cui l’artista romano ha presentato due scatole appartenenti al progetto: Luci nella Notte e Play Boy.
Marco Tullio Denatale ha raccontato al pubblico della home gallery come l’idea del progetto sia nata in modo accidentale e usando inizialmente scatole di banane. Le due scatole in cui vengono allestiti i set presentati da Dentale sono scatole di scarpe, contenitori di un set in miniatura.
Dal passo iniziale Marco Tullio Dentale è andato creando ambienti fatti interamente da scatole o frammenti di contenitori. Il contenitore diventa quindi elemento di narrazione e contenuto stesso. Contenitore perché un tempo ha contenuto, ma anche perché è tuttora in grado di contenere (quindi di tenere insieme) brani di racconto.
Scatole che avevano contenuto alimenti, vestiario, medicine, accessori si riempiono di idee, pensieri, pretesti di riflessioni, storie.
Forse le stesse storie di alcune delle persone che riempirono inizialmente quelle scatole e continuano così a vivere in questi messaggi in bottiglia, alla continua deriva nel nostro universo.
La scatola, le foto degli interni accompagnate da testi e musiche originali, la proiezione del video divengono una vera e propria narrazione, storia e racconto.
Narrazione sempre diversa per stile, storia sempre diversa a seconda del punto di vista di chi la guarda, racconto sempre nuovo per ogni inquadratura o angolazione scelta, eppure la scatola è sempre quella, ferma nella sua staticità.
E’ evidente come l’ambiente cinematografico in cui ha lavorato abbia fornito a Marco Tullio Dentale strumenti e stimoli per poter creare oggi dei veri set dove le luci giocano un importante ruolo.
L’impressione che si ha osservando i lavori di Marco Tullio Dentale è che effettivamente una storia ci sia, le riprese, come le foto, sembrano raccontarci un movimento eppure niente cambia, a muoversi è solo l’occhio dell’osservatore.
Un lavoro suggestivo e poetico, che coinvolge lo spettatore, toccando le corde più profonde del sentimento e dell’emozione.
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