I soggetti delle opere di Mirella Rossomando appartengono a una realtà surreale, dove l’assurdo convive con il quotidiano, proprio come nei sogni. Intorno a questo mondo si è andata sviluppando negli anni una ricerca stilistica che ha portato l’artista verso una sempre più consapevole astrazione dell’immagine, per raggiungere in pieno una realtà onirica fatta di impressioni ed emozioni.
L’occhio non vede cose
ma figure di cose che significano altre cose.
Italo Calvino – Le Città Invisibili
Nella mostra Come Fiori in Città Mirella Rossomando presenta l’impellente interrogativo legato al rapporto tra apparenza e sostanza, superficie e profondità, immagine ed essenza.
Certo è che il nostro vedere non è solo una percezione fisica, ma una elaborazione mentale legata al vissuto personale. In quest’ottica ogni esperienza diventa alterazione sensoriale.
Mirella Rossomando ci presenta uno specchio, strumento che quotidianamente ci restituisce la nostra immagine e al quale siamo soliti delegare la percezione della nostra identità esteriore.
In questo caso l’immagine che ci viene restituita è alterata dal rapporto tra la superficie riflettente dell’alluminio e quella dorata dell’ottone. Possiamo perderci nelle sinuosità di linee che ci attraversano come pensieri, o ricercarci in frammenti di maggiore lucidità. Possiamo scegliere la nostra immagine da presentare in primo luogo a noi stessi, come in un accurato profilo social, ma ci sfuggirà comunque la percezione che si avrà di noi da un altro punto di vista.
In questo senso Specchio della Rossomando si pone come superficie di riflessione concettuale prima ancora che fisica, aprendoci alla vastità delle interpretazioni individuali della medesima esperienza sensoriale.
>>Mirella Rossomando nella mostra I Panni Sporchi
>>Mirella Rossomando nella mostra La Maschera Dipinta
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