Oltre la linea dell’orizzonte tutto scompare, e per quanto possiamo spingere il nostro sguardo, dobbiamo accettare il limite imposto dai sensi.
La fisica astronomica ha definito orizzonte degli eventi quella superficie immaginaria che circonda i buchi neri, lo spazio liminale in cui la materia ancora esiste così come noi possiamo percepirla. Oltre l’orizzonte degli eventi tutto sfugge ai nostri sensi e ciò che percepiamo come materia o luce si trasforma nel suo opposto.
Ma come la storia ha saputo insegnarci, oltre la linea dell’orizzonte vivono nuovi mondi. E’ questo il punto di partenza dell’attuale ricerca artistica di Minardi che si spinge verso congetture e riflessioni che inevitabilmente si trovano a confrontarsi con l’ipotesi dell’esistenza di universi paralleli. Ed è proprio su questo parallelismo, empiricamente escludente per ogni ipotesi d’incontro e conoscenza, che le ricerche di filosofi e artisti possono muoversi.
Il lavoro di Minardi si articola a partire dal mondo materiale verso l’antimateria. Non a caso nella maggior parte dei suoi lavori i vuoti hanno un importante ruolo compositivo. Come le pause in un componimento musicale, l’assenza di materia compone l’opera mescolandosi con la materia, una in dialogo con l’altra.
Con la sua ricerca Minardi ci mette davanti all’interrogativo che collega i nostri sistemi di percezione al percepito stesso. Cosa resta della materia senza la capacità di percepirla? L’affascinante teoria degli universi paralleli ci porta a supporre l’esistenza di altri mondi possibili, ma non immaginabili, in quanto la capacità immaginativa umana si muove a partire dall’esperienza sensoriale materica.
E’ qui che trova spazio espressivo la ricerca dell’artista. Se infatti la conoscenza di universi paralleli è preclusa alle menti che si muovono nel regno della fisica materica, allora potrà svolgersi spingendoci verso l’oltre, verso il regno dell’infinito, concetto riconosciuto dalla scienza stessa ed elaborato da diversi ambiti del sapere. E’ questo l’unico luogo concettuale dove, secondo i postulati algebrici, i parallelismi possono incontrarsi.
>> L’Orizzonte degli Eventi presso lo Spazio Comel
>> La Musa Spaziale e il Velo di Maia
Dal catalogo della mostra edito dalle Comel Edizioni
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