Ospite della prima home gallery romana l’artista Yvonne Ekman ha dato un interessante Artist Talk la sera del 5 maggio 2012 durante la mostra Koan, intuitive considerations all’interno della quale sta esponendo la sua serie di otto Impossible Teapots.
Iniziata la sua ricerca come ceramista Yvonne Ekman ha seguito diversi corsi in Italia, Francia ed Inghilterra per poi approdare ad uno stile personale. La sua ricerca creativa generalmente prende le mosse da un’idea sulla quale l’artista poi lavora in serie. Ricca di richiami letterari e sociali l’opera di Yvonne Ekman affronta spesso tematiche di denuncia, come i lavori sull’acqua o quelli sul libro. Il tema del libro, affrontato in una serie di venti opere denota inoltre il suo interesse per la letteratura che spesso diventa soggetto dei suoi lavori con frequenti richiami ad opere classiche e contemporanee.
Se per la maggior parte dei ceramisti la realizzazione di teiere appare quasi come un passaggio obbligatorio, Yvonne Ekman, con uno sguardo autoironico e giocoso, tipico di quanti difficilmente restano intrappolati nelle definizioni, chiude le sue teiere contorcendone il collo o invertendone la direzione e rendendole per questo Impossibili.

IMPOSSIBLE TEAPOTS 

Il termine Raku è un ideogramma giapponese che significa armonia, serenità, semplicità… Per quanto riguarda la ceramica è una tecnica nata in sintonia con lo spirito zen che esalta l’armonia presente nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme.
L’origine del raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri tra i quali il più importante era la tazza, che gli ospiti si scambiavano l’un l’altro. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano ed era importante che non fosse perfetta, ma presentasse tratti irregolari che la rendevano unica.

Per realizzare un opera in raku il procedimento deve seguire delle tappe precise. Il forno in cui va cotto si trova all’aperto e raggiunge i 1000 gradi. Una volta cotto il pezzo va estratto ancora incandescente ed immerso nella segatura o in altro materiale infiammabile. Questi materiali oltre a bruciare soffocano anche il pezzo, provocando una grossa riduzione. L’oggetto viene poi immerso nell’acqua e pulito.
Questo elaborato processo rende ogni opera in raku unica e sorprendente. L’artista stesso può solo immaginare il risultato finale, che ogni volta assume caratteristiche e bagliori diversi dipendendo dai diversi fattori ambientali che concorrono alla realizzazione dell’opera.
L’aggiunta di alcune sostanze permette la riuscita di colori diversi. Ossido di rame per il verde, ossido di cobalto per il blu, ossido di manganese per il violetto…