Un altro giro del nostro pianeta intorno alla sua stella… lo abbiamo numerato chiamandolo 2020 dopo Cristo… un po’ ridicolo un po’ commuovente questo nostro desiderio di misurare grandezze che non riusciamo a comprendere.
Queste 4 cifre messe in fila mi hanno raggiunto in mezzo alla folla proprio sotto casa di Alberto Sordi. E ci siamo scambiati brindisi, bicchieri e auguri tra sconosciuti. Non torneremo facilmente a farlo.
L’ANNO PERFETTO
Era un anno che si apriva con una programmazione di mostre quasi perfetta, bellissime tutte e addirittura cadenzate una al mese! Troppo perfetto… tanto che la prima mostra si chiamava “Il Dono dell’Imperfezione“, una bipersonale a Verona, nella terra dei Marinelli: una bipersonale padre figlia, Renzo e Paola. E forse questo titolo l’avrei dovuto seguire con maggior scaltrezza…
Alla seconda mostra in programma per febbraio ci siamo arrivati con le mascherine che già si affacciavano. Beh, era Carnevale e non è stato difficile trasformarle in maschere! Così dopo settimane di laboratorio in cartapesta guidati dalla nostra Ilaria Sartini, siamo usciti per le strade di Monte Mario con un grande corteo in maschera dietro al carro dell’Ex Lavanderia. Una festa piena, ricca, con un pranzo così affollato che curatori e artisti si sono trasformati in cuochi e lavapiatti!
A marzo era pronto lo step n.3: la mostra personale di Luciano Bonomi allo Spazio Comel. Dopo un attento allestimento e un lungo lavoro di curatela eravamo pronti ad aprire. Era il 7 marzo, ma quel giorno non si inaugurò nulla e tutti i programmi si sgretolarono.
IL NOSTRO KINTSUGI
Dal quel 9 marzo che ha dato il titolo alla poesia della Gualtieri la tazza perfetta del nostro sistema imperialista (e della mia progettazione curatoriale) è caduta a terra andando in frantumi. A noi non è restato altro che scegliere di recuperare i pezzi per ricostruire con un attento kintsugi. Da quel giorno abbiamo scelto di continuare a sostenere l’Arte e la Creatività in qualsiasi situazione ci trovassimo. E così abbiamo fatto.
Si è creativi se si è capaci di reinventare mondi!
Nel mese di marzo e aprile si è stretta la collaborazione con Sapereambiente, la nuova rivista online di cultura e ambientalismo. Così sono nati i tanti articoli sulle Di-Stanze d’Artista, spazi fisici e mentali in cui rifugiarsi e ristorarsi grazie all’arte. Abbiamo riletto il momento che andavamo vivendo alla luce delle opere d’arte moderna e contemporanea passando dalle provocazioni sul contatto a distanza di Marina Abramovich, al rapporto con la propria stanza visto attraverso l’esperienza di Van Gogh ad Arles, alle stanze di Hopper. La casa studio di Frida Kahlo e Diego Rivera progettata da O’Gorman è stata un ottimo esempio di convivenza nella distanza, come l’opera di land art di Maria Lai un esempio di sani legami tra balconi, mentre i primi passi verso l’esterno li abbiamo affidati alla primavera di Joseph Beuyes. Abbiamo riflettuto, e sperimentato, il valore della cultura, dell’arte e della creatività come maniglie a cui aggrapparsi nei momenti difficili.
Con perseveranza abbiamo portato avanti l’atelier condiviso con il Collettivo degli Artisti di Montemario, un progetto che avevamo in cantiere da un anno e al quale non volevamo rinunciare. E’ stato un atelier in streaming che ci ha permesso di confrontarci sui temi dei DOC, i disturbi ossessivo compulsavi. Li abbiamo riletti inserendoli nel difficile presente che stavamo vivendo. Un vivido esempio dell’oro con cui abbiamo messo insieme i pezzi. Gli artisti hanno lavorato mettendo in mostra la loro visione, confrontandosi concettualmente e tecnicamente, mostrando il procedere del loro lavoro in streaming e così a maggio, per le Giornate Basagliene, siamo stati i primi a tornare a inaugurare! La mostra si è chiamata Etichette DOC, Dove Osano i Creativi, ed è stata una mostra ibrida, in streaming e in presenza contemporaneamente. Una mostra che si è trasformata in un evento site specific di arte partecipata. Un segno chiaro che l’arte non si era fermata, come d’altra parte aveva sottolineato ad aprile con la mostra in streaming l’Arte Non Si Ferma allo Spazio Comel.
Ci siamo ritrovati a settembre pieni di voglia di ricominciare e ancora una volta appena in tempo per inaugurare finalmente la mostra di Luciano Bonomi, il Racconto Corre sul Filo, allo Spazio Comel di Latina. Anche in questo caso è stata una inaugurazione speciale a cui abbiamo affiancato una giornata di approfondimento con Story Telling.
L’anno perfetto continuava a doversi confrontare con la nostra imperfezione ma le giornate di sole ci hanno permesso di ritrovarci all’aperto: un evento di Arte in Cortile con il laboratorio Fare Filosin condotto dall’artista Paola Marinelli e la partecipazione del Collettivo Artisti di Monte Mario alla RAW 2020 con una mostra site specific nel Giardino di Nina, sono stati gli ultimi due eventi in presenza di questo faticoso e sfidante 2020.
Poi di nuovo tutto chiuso. Gli unici musei sono rimasti quelli a cielo aperto che ho potuto raccontare sulle pagine di Sapereambiente, dall’architettura del Maxxi al Cupolone, le scale di Diavù, il Museo Condominiale di Tor Marancia, i murales per Gigi Proietti…
L’anno dell’imperfezione si è chiuso con una risposta creativa, attiva e concreta, carica di slancio verso il futuro: la nascita del progetto Arte-x voluto dall’artista Paola Marinelli e sostenuto da un team di sette professioniste. Un progetto per sostenere cinema, teatri e sale concerto indipendenti messi in serie difficoltà a causa del covid. Un’idea che ha messo l’arte al centro, come motore di solidarietà e come proiezione verso il futuro.
Così, con questa immagine di vaso kintsugi lasciamo andare questo 2020, un anno inaspettatamente ricco, perché sono le difficoltà a permetterci di riscoprire le nostre risorse. Noi abbiamo scoperto dove trovare la polvere d’oro da mescolare al collante per il nostro restauro.
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