Marjan Derksen ha presentato i suoi lavori agli ospiti di ARTROM Home Gallery durante la mostra collettiva Women in the Arts.
L’artista olandese ha raccontato la storia nascosta dietro ad ogni tela portando il pubblico a riflettere sull’intimo rapporto tra gioia e dolore dell’esperienza umana.
Le tematiche esplorate dal lavoro di Maryan Derksen sono atavici interrogativi umani legati all’alternanza tra nascita e morte, gioia e dolore, amore e odio.
E’ un’intuizione provocatoria da parte sua dare alle opere due titoli, una chiara indicazione della possibilità di leggerle da molteplici punti di vista. Come la stessa realtà è soggettiva e carica di infinite sfaccettature così le sue opere sono abbondanti nelle decorazioni e nei significati, mutevoli e ricche di bagliori.
The Greentree of Hope intitolato anche Dreamtree è l’albero dei desideri i cui frutti, rappresentati dalle goccie di cristallo, sono al tempo stesso lacrime e tesori. L’albero pur essendo ancora verde è carico di frutti.
E’ il momento del raccolto, a ognuno il suo. Alcuni desideri sono lacrime. La gioia di ciò che abbiamo avuto è spesso la tristezza del presente.
Nella tela A Love Story – Sharing Hiddeh and Forbidden Love, è rappresentato l’intimo rapporto di amicizia che sussiste tra due donne. I segni a mano libera eseguiti sulla tela rappresentano un liguaggio universale, quello dell’anima. Così l’artista ci spiega il significato della ricerca grafica che sta portando avanti negli anni.
Spesso nei lavori della Derksen ritroviamo tracce, segni che hanno l’aspetto di un testo scritto. Non corrispondono a nessuna lingua, ma sono simboli di comunicazione, sono desideri, sogni, paure, dubbi…
Nel lavoro della Derksen troviamo anche l’importante denuncia sociale legata agli abusi sulle donne.
Ne è emblema l’opera My Lips are Irresistible Red – I tasted the Red I could not Resist.
Qui la donna è invisibile, non esiste. Esistono solo le sue labbra, la sua bellezza. Ma le labbra sanguinano. La bellezza della donna è quindi causa di sofferenza.
La bellezza diventa arma contro se stessa, colpa sia quando manca, sia è quando è troppa.
La coesistenza tra polarità apparentemente contrapposte è particolarmente evidente nell’elaborazione artistica della vita di Maria Callas.
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