L’opera che Daniela Di Mase presenta Nel Giardino di Nina per la RomeArtWeek è un insieme di suggestioni dove la tecnica del collage emerge caricando cromaticamente il libro e mescolandosi a breve frasi che guidano il lettore. Si tratta di un personale Atlante, di un libro di viaggi dove il percorso è dato dallo sfogliare delle pagine e dalla dimensione di stupore e desiderio di conoscenza. Un libro dove il mondo appare come un viaggio possibile. Un andare e un tornare, e quindi uno scegliere dove fermarsi, cosa riconoscere come “casa” proprio grazie alla dimensione del ritorno. Daniela ci racconta di uccelli migratori e cieli, territori lontani e più vicini, in una sorta di incanto che ci pone attoniti davanti alla bellezza che spesso non sappiamo più riconoscere.

E’ un invito alla dimensione del viaggio che può essere effettuata anche restando fisicamente fermi e sottolineato dalla scritta che campeggia nella prima pagina “itinerante nell’immobilità errante”. Da questo ci si muove poi verso le suggestioni beat dei viaggi in macchina, e poi ancora verso la dimensione animale dello spostarsi tra cieli e terre, ma anche tra dimensioni fisiche e dimensioni oniriche. Il viaggio nel quotidiano diventa un invito all’osservare, al sognare, all’amare ciò che ci circonda e conservare la capacità dello stupore.

Sfogliando l’atlante di Daniela Di Mase si ha il desiderio di un andare avanti e tornare indietro, un cercare e ampliare gli spunti e i rimandi e ritrovare l’essenza più poetica del nostro essere abitanti di questo pianeta.

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