Nel circo della vita pieno di storie, suggestioni, input e output viviamo in un variopinto disegno come bambini increduli. Alessia Pagnotti sceglie di raccontarsi utilizzando la tecnica del collage che permette di muoversi ascoltando le suggestioni. Gli elementi del racconto si vanno aggiungendo, spostandosi e giustapponendosi per intrecciare la trama.
L’immagine racconta l’incontro con il disagio. Gli elementi si distribuiscono illustrando il lato terribile, umanamente percepito come mostruoso, e quello inevitabile e fatale, umanamente percepito come divino. L’incontro con la sofferenza è quindi un incontro tra due entità entrambe ultraterrene: una bestiale, rappresentata dalle fauci aperte del leone in basso a destra e sviluppata lungo la diagonale fino a raggiungere un’inquietante mano con le dita incatenate in un cielo costellato di occhi; l’altra celestiale, rappresentata dalle immagini dell’annunciazione del Botticelli.
Nell’incontro tra le due diagonali, nel centro dell’immagine, una bambina in piedi, pronta ad affrontare la vita, tra giostre, labirinti mentali e spuma marina. Davanti a lei, sul centro del petto, è in arrivo l’immagine del virus.
L’inevitabile è il disegno in sé, mentre il libero arbitrio sta all’osservatore che può scegliere di leggere la trama secondo un percorso simbolico di serena accettazione o uno di rabbia e sgomento. Il mondo in cui vivere lo scegliamo noi e dipende dai nostri valori.
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