Spirito e materia, maschile e femminile, matematica e ricerca filosofica… Gianluca Emanuele Varano è un ricercatore che si muove cercando le armonie tra gli opposti.

Appassionato di tarocchi tiene corsi collegando le immagini archetipiche degli arcani alla libera espressività del corpo umano, rifacendosi agli studi sulle costellazioni familiari.  Muovendosi sul terreno di ricerca tra mondo empirico e simbolismo ha approfondito parallelamente ai suoi studi matematici quelli legati alle filosofie orientali e alle arti del tai chi e del chi kung. Nella sua ricerca artistica pittorica le immagini legate al mondo orientale s’incontrano con i miti mediterranei e il corpo umano diventa portatore di antiche conoscenze, scrigno di misteriosi equilibri alchemici.

Gianluca Varano al lavoro nell’atelier condiviso

L’energia è espressa dal colore e pervade tutta la ricerca artistica di Gianluca Emanuele Varano. Nei suoi lavori ritroviamo l’iconografia dei tarocchi, dove il simbolismo porta a una duplice lettura dell’immagine. Se da un lato il lavoro è ricco di rimandi archetipici e riferimenti mistici, dall’altro inevitabilmente porta l’osservatore a spingersi verso una lettura personale dell’opera.

 

Nel progetto dell’atelier condiviso Gianluca Emanuele Varano ha portato con sé George Cantor, matematico tedesco padre della teoria degli insiemi e del principio di localizzazione dei numeri reali. Soggetto a forti crisi depressive nella seconda parte della sua vita subì diversi ricoveri. Durante questi periodi intensificò la lettura di testi di letteratura e religione. Furono questi gli anni in cui sviluppò il suo concetto di infinito assoluto che identificò con Dio.  Morì in manicomio quando le sue teorie erano ancora giudicate “prive di senso”.

Oggi a lui è dedicato un cratere della Luna.

Gianluca Emanuele Verano ce lo racconta sottolineando la sua caparbia volontà di scoperta che lo portò ad essere emarginato dall’ambiente scientifico. Spingendo la sua ricerca oltre i confini di ciò che poteva essere accettato come pertinente al mondo delle scienze, Cantor viene considerato da Gianluca un Don Chisciotte della matematica con capacità intuitive troppo difficili per essere accolte dalle menti razionali dei primi del Novecento.

Parallelamente al suo lavoro pittorico Gianluca Emanuele Verano porta un’esperienza di arte partecipativa. Abbracci è un invito a sperimentare attraverso il corpo il rapporto con l’altro e con se stessi. Le braccia possono essere sostegno e conforto, ma anche gabbia e prigione.

L’esperienza proposta passa attraverso tre diverse forme di abbraccio: l’affettuosa coccola che viene spesso proposta da chi pratica i Free Hugs, l’abbraccio che nasconde la costrizione perché dietro a un gesto spontaneo cela una prigione affettiva e in ultimo l’abbraccio personale imposto da una camicia di forza.

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