Il 2 Ottobre si apre alla Pelanda di Testaccio la mostra #befreefromviolence legata all’importante campagna di informazione e sensibilizzazione contro la violenza domestica organizzata dalla cooperativa sociale Befree.

27 artisti, 54 mani a lavoro nella loro libertà espressiva per ricordare che il silenzio non aiuto a parlare, che nella parola è presente il primo passo verso la libertà dalla violenza. Donne e uomini sono gli artisti invitati a esprimersi su questo tema, senza segni cruenti, ma con un rispettoso invito al dialogo. Le opere sono state regalate alla cooperativa e saranno vendute nell’asta del 9 ottobre.

Simbolo della campagna un lenzuolo matrimoniale immagine dell’intimità di una coppia, oggetto che viene steso pulito e troppo frequentemente lavato in privato, come suggerisce un antico motto. Oggi, con questa campagna Befree vuole ricordare che i panni sporchi possono essere condivisi, che la parola può essere un primo passo verso la rottura di meccanismi di violenza.

La chiamata è forte e rivolta soprattutto alle istituzioni alle quali vengono chieste leggi adeguate ed una strategia politica uniforme che possa contrastare la violenza di genere.

Alessandra Carloni, il timone è mio

ALESSANDRA CARLONI

L’opera Il timone è mio è una rappresentazione in chiave narrativa e illustrativa della condizione della donna nel contemporaneo.
Il veliero sullo sfondo, che appare come arenato e consumato dal tempo, è l’interpretazione in chiave metaforica del ruolo della donna nella nostra società contemporanea.
La donna simbolo di madre terra, forza rigeneratrice e creatrice, custode di energia e creatività, è un aggregato di forze che non esplode ma bensì implode, in una società, dove nonostante l’evoluzione storico – culturale, è ancora predominante in
molte realtà sociali e lavorative il sesso maschile. L’opera tuttavia, mette in luce nella figura in primo piano, un’immagine positiva e di speranza, una donna in penombra ha in mano il timone di quella barca arenata. La donna deve venire fuori da quell’ombra e riprendersi il ruolo che le spetta.

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Susanna Cascella, senza titolo

 

SUSANNA CASCELLA

Susanna Cascella si occupa di decorazione pittorica, con particolare attenzione all’uso e al ripristino delle teniche antiche (affresco, tempera all’uovo, pigmenti naturali ecc.). Dal 1990 la sua indagine pittorica si estende alla decorazione tessile e all’oggetto d’uso in tessuto decorato.

Questo lavoro si può definire un “quadro di stoffa”: il supporto materico (in questo caso seta artificiale) permette l’uso quotidiano dell’oggetto-quadro: può diventare un inserto per tende, coperta, copri divano, cuscino ecc. o anche un magnifico foulard.


Cecilia de Paolis, il perizoma di Cristo

CECILIA DE PAOLIS

Artista in continua evoluzione il cui lavoro ”Olenellus Thompsoni” viene esposto allaTriennale di Milano in una mostra curata da Giulia Mafai e al National Museum of History a Taipei. La fotografia digitale “Generazioni” partecipa all’Esposizione Triennale di Arti Visive di Roma 2014, curata da Daniele Radini Tedeschi.

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Giancarlo Neri, il silenzio è dopo

GIANCARLO NERI

Giancarlo Neri è nato a Napoli nel 1955. Nel 1978 si è trasferito a New York dove ha studiato pittura e scultura alla Art Students League. La prima mostra personale è alla Kornblee Gallery di New York nel 1983. Dopo gli inizi come pittore Neri si è dedicato alla realizzazione di installazioni site-specific di grandi dimensioni negli U.S.A., in Sud America ed in Europa. Attualmente vive e lavora a Roma.
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Elena Boccoli, Lilith – Genesi

ELENA BOCCOLI

Donne con occhi grandi e grandi vite sono la sua dipendenza artistica.
Elena Boccoli è un’artista che vive e lavora a Roma. Il suo universo creativo è caratterizzato dalla forte spinta eclettica nell’utilizzo dei materiali (legno, tela, libri, stoffe) e dall’ironia come cifra stilistica. Espone la sua arte in diverse gallerie, tra cui il MACRO museo d’arte contemporanea, Museo Pietro Canonica e Palazzo dei Congressi, Roa Gallery di Londra, Spazio Concept di Milano, ed è stata premiata nell’ambito delle manifestazioni “Gemine Muse”, “Adrenalina” e ha vinto il premio “Giovane Eccellenza romana”.

Lilith, secondo una tesi nota nel mondo ebraico, sarebbe la prima moglie di Adamo generata, a differenza di Eva, nello stesso istante in cui fu generato l’uomo. Da questo esser venuta alla luce insieme all’uomo origina la carica di ribellione di Lilith, che rifiutò di assoggettarsi al volere di Adamo perché convinta di essere nata, in tutto, pari al marito.
In questa istantaneità c’è la forza di una donna mitologica che non accettò di essere considerata un mero derivato dell’uomo, rompendo un patto per creare qualcosa di nuovo dall’imperfezione.

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Enrico Manera, parola chiave

ENRICO MANERA

Il Gran Guignol della pittura” come correttamente definito da Maurizio Sciaccaluga, è un provocatore nato e come tale è uno degli italiani che ha riportato gli occhi del mondo sulla nuova arte figurativa del bel paese. Non perde occasione di ridicolizzare la società attuale e le sue insite contraddizioni. “Nelle sue mani, infatti le icone del contemporaneo proiettano la pittura in quei rutilanti, trionfanti e futuribili universi di creatività e fantasia che sono il fumetto, il cinema e pubblicità…”.
Come in tutti i lavori di ricerca di Manera, l’ immagine forte delle manette “ handcuffs”, presuppone un doppio significato: “la coercizione” e “la liberazione”, il fruitore lo può interpretare liberamente.
Nella scritta che campeggia sull’ immagine, “parola chiave”, ritroviamo sempre il doppio significato a specchio.


Fabio Imperiale, wake up

FABIO IMPERIALE

L’opera Wake up, da me realizzata e prima ancora pensata, ritrae una donna seduta su un lenzuolo, simbolo di intimità. La scena si svolge in un luogo chiuso, a lei noto, probabilmente domestico, teatro della violenza.
L’idea è di rappresentare un momento nuovo, quell’attimo di lucidità in cui, forse anche per un istante, si inizia a percepire un cambiamento interiore.
Un momento in cui
si cambia l’ottica, si ribalta la prospettiva delle cose e si inizia a provare una sensazione di piacevolezza. Questo momento è stato rappresentato dall’azione del rialzarsi, un gesto così semplice eppure così importante.
La frase “Oddio che bello”, che appare nella parte superiore dell’opera, è il materializzarsi di un pensiero che accompagna la donna in questo momento cruciale, una rivelazione della bellezza che c’è nella riscoperta di una libertà dimenticata.
Il cerchio rosso vuole focalizzare l’attenzione dell’osservatore sul piede, che oltre a fungere da perno e da spinta al gesto del rialzarsi, vuole anche simboleggiare la ripresa di un cammino autonomo.

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Gustavo Gualtiero, la vita rubata dei maschi

GUALTIERO REDIVO

Gli elementi caratteristici del mio fare quadri materico/concettuali sono il titolo e il nodo.
Premessa: Il valore di un’immagine scaturisce dalla relazione tra l’opera d’arte e l’osservatore che trova in sé, nella sua interiorità, cultura e sistema di attese stimolato dagli “artifici” messi in atto dall’artista. Solo al fruitore compete la responsabilità interpretativa dell’opera perché la sua esperienza estetica non è né prevedibile, né
determinabile completamente da parte dell’artista/artefice: la visione è un atto irripetibile e colui che osserva “produce” l’immagine che guarda.
Tuttavia ritengo che aver contaminato il quadro (non simbolico) proposto in asta, con il titolo apparentemente incongruo e provocatorio.
Il nodo è un gesto semplice per raccontare un mondo complesso che mi permette, senza manifestare una capacità nell’imitare, una perizia esecutiva e nemmeno attraverso la ricerca della bellezza, di incarnare nella materia tutti quei pensieri che possano condurre verso un maggior grado di coscienza e consapevolezza.
Al nodo spetta, poi, il compito di:
• Configurare, dimensionare e dare ritmo alla materia.
• Determinare nell’osservatore una reazione empatica,
• Far sorgere la sensazione di un imminente, ineluttabile accadere

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Kristina Milakovich, la vita ricomincia a 40

KRISTINA MILAKOVIC

Kristina Milakovic plasma lo spazio della tela ricreando memorie di paesaggi introspettivi in cui elementi ambientali e architettonici si fondano in organismi plastici atemporali.
L’artista crea una realtà altra in cui si consuma, senza mai raggiungere risoluzione, una lotta costante tra quello che è e quello che lei vorrebbe che fosse, tutto si crea sotto l’impulso di emozioni bipolari e tutto si distrugge, lì dove ogni sensazione è lecita, lì dove tutto è possibile.
Federica Bybel

C’era tutto il mondo dentro di Lei.
Un mondo intero costruito e poi distrutto.
Le finestre sbarrate, le mura cadute e le parole taciute,
dove il pianto muore e lentamente porta lontano a quel giorno dal quale non si fa ritorno.
E lassù nelle mura distrutte si apre una porta…
L’ultimo sguardo e la vita ricomincia.
La vita comincia a 40.

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Marzia Gandini, say not to violence

MARZIA GANDINI

In questi ultimi anni la mia ricerca in pittura e scultura non si è allontanata da quelli che erano gli ambiti di interesse che hanno costituito la fonte di ispirazione dal mio rientro in Italia dopo la lunga permanenza negli Stati Uniti. L’indagine della figura, i ritratti, i paesaggi urbani e naturali sono elementi che mi sorprendono sempre e che motivano la mia opera nella ricerca di una costante riflessione.
Un approfondimento pittorico, l’utilizzo di nuovi materiali e, forse, un maggiore realismo caratterizzano in particolare le ultime opere sia in pittura che in scultura.
In quest’opera ho cercato con un testo ed un disegno di rendere l’idea degli effetti prodotti sulle donne quando diventano bersaglio di soprusi e di violenza.
Chi ne diviene vittima soffre una lacerazione che può essere fisica o interiore, quasi una scomposizione dell’anima.
Da una traccia a matita su carta ho eseguito una serie di elaborazioni fino a perderne i contorni e divenire rarefatta, come in dissolvenza, per arrivare ad una quasi totale frammentazione dell’immagine.

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Michael Pellaton, stima di sé

MICHEL PELLATON

Michel Pellaton, artista svizzero, vive attualmente a Roma.
Pratica il collage come metodo di indagine sul mondo contemporaneo, attraverso l’antropologia delle immagini.
Il suo lavoro pone l’accento sui contesti per mettere in evidenza e in dialogo i rapporti di forza e le contraddizioni delle nostre società con i propri sistemi di valori, all’interno dei quali l’estetica e la cultura svolgono la loro parte.

“Chi più dell’artista franco-americana Louise Bourgeois potrebbe meglio comunicare su ”Il silenzio non aiuta a parlare”?
Attraverso questo collage vi invito a scoprile le opere di questa artista e vi parlo dei meccanismi che lei stessa ha saputo svelare per identificare il sistema di valori di una cultura dominante prettamente mascolina.
“PARLARE è ESSERE., incontrare altre persone. Se mi amo mi Stimo. Anche se non dimentico niente, io ricomincio un’altra vita. Sono uscita dal suo cerchio, dove mi ammutolivo, dove lui non voleva che vedessinessuno. Ho capito che la mia vergogna era il suo cerchio chiuso.”

Il mio collage invita a emanciparsi dai comportamenti esclusivi della nostra società e a darsi gli strumenti per raggiungere la propria autodeterminazione.

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Valentina Sisto, l’apertura

VALENTINA SISTO

Valentina Sisto, artista designer e restauratrice.
Nata a Bari, studia all’ I.S.T.E.S. di Lecce come restauratrice di opera d’arte, per poi continuare il suo percorso di specializzazione verso l’arte a Roma al Quasar Design Univercity. Si dedica al restauro, di cui vive l’idea della continuità dell’esistenza, ciò che del passato sopravvive e sfugge alla regola della distruzione e della cancellazione, è ciò a cui è stato attribuito un valore (storico, religioso, pittorico) continua ad esistere e ad emozionare. Studiando design si afferma come progettista di interni e giardini, arte applicata in altre forme, colori e percezioni sia funzionali che visive.
Partecipa all’ evento per MaxMara weekend, come illustratrice e decoratrice.
Ad oggi continua il suo lavoro come artista che l’ha portata alla nascita di un nuovo progetto Belly Memory, calchi in gesso di pancie in gravidanza.

” Davanti alla tela bianca ho pensato ho pensato ad un muro che rappresenta le mura domestiche con una finestra che simboleggia la possibilità di uscire dall’orrore e dalla violenza ripetutamente subita, e di conseguenza ho immaginato questo corpo che si aggetta dal quadro perché ha deciso di venir fuori dal buio, una bocca dipinta centralmente urla la violenza subita e tante orecchie disposte sul muro esterno che finalmente riescono a sentire e recepire quelle urla di dolore. Finalmente è libera dalle paure!”


Itto, you can speak

ITTO

Artista dal tratto inconfondibile Itto è presentesulla scena dell’arte romana dal 1990 Alla ricerca di modalità espressive e comunicative nuove Itto ha iniziato a frequentare gli ambienti delle arti visive legati al Santa Maria della Pietà, dove all’inizio degli anni Novanta, in seguito alla Legge Basaglia, si andava creando un gruppo di nuovi artisti. Lì le sue prime esperienze espositive e i suoi primi contatti con critici e collezionisti. Oggi l’artsta annovera diverse mostre tra cui Pio Monti e Maam.

YOU CAN SPEAK CHANGE YOUR LIFE
Un invito chiaro: a volte le parole mancno, in altri casi sono troppe.

 

 


Jonathan Huxley, ambiguity

JONATHAN HUXLEY

Jonathan Huxley ha studiato alla Royal Academy of Art, di Londra, 1989-1992 dove è anche un insegnante. È rappresentato da Crane Kalman Gallery London Galerie Olivier Waltman Paris Waltman ortega Fine Art, Miami. È membro della Royal Watercolour
Society. Vive e lavora a Londra. Collezioni: EMI Music, American Embassy, London; Norman Foster (architect); Channel Four, Red Bull HQ; BARCLEYS PLC Goldman Sachs.

È uno dei disegni di una serie, la cui collezione si chiama “Small Change”. Uno di questi è stato selezionato per il Drawing Prize 2014 di Londra.
Tutti i disegni di questa serie sono stati realizzati con un unico concept narrativo.

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Marilena Pasini, speak

MARILENA PASINI

Marilena Pasini vive e lavora a Roma.
Dopo la maturità artistica, frequenta l’Accademia di Belle Arti. Lavora come disegnatrice di tessuti e come decoratrice di ceramiche artistiche.
Inizia a pubblicare come illustratrice per bambini nel 1992.
Da allora pubblica con Feltrinelli, Mondadori,Giunti-Lisciani,Giunti, Allemandi & C, Nuove Edizioni Romane.
Come autrice per bambini pubblica con Editori Riuniti,Vallecchi Editore, L’Acerba, Sinnos.
Per adulti pubblica con Nutrimenti, Avverbi Editore, Oblique Studio & IFIX.
Ha collaborato con Alphaomega S.r.l.
Svolge laboratori di illustrazione per bambini e adulti presso biblioteche, musei, scuole…


Mariagrazia Dardanelli, oltre la porta dell’anima

MARIAGRAZIA DARDANELLI

Mariagrazia Dardanelli. Un archivio di gesti creato nel tempo, studiando la luce e il movimento, è alla base del lavoro della light artist Mariagrazia Dardanelli.
La macchina fotografica al posto del pennello, l’aria al posto della tela e per colori raggi di luce. Questi gli ingredienti per creare opere imprevedibili dove gli impercettibili segni, tracciati nell’aria dai fotoni, vengono svelati nella loro altrimenti invisibile armonia.
Sembra emergere dall’acqua l’ombra impalpabile di un corpo femminile. Non possiamo coglierne lo sguardo: ci dà le spalle e si allontana da noi. Non siamo davanti ad una Venere che nasce dal mare guardandoci sorridente e disponibile.
Questa donna sta cercando se stessa, Oltre la Porta dell’Anima, verso una libertà che passa attraverso la profonda consapevolezza del proprio essere.

 


Marina Biagini, blu

MARINA BIAGINI

Art director, in grandi e piccole agenzie, illustratrice, pittrice e autrice di libri d’artista, Marina vive di immagini e per le immagini. I suoi quadri a olio raccontano frammenti di vita, attimi rubati, istantanee, con una particolare attenzione per le scelte cromatiche e le inquadrature.
Nel 2013 fonda, con l’artista Pia Lafasciano, DUO – autoproduzioni editoriali- , e continua la ricerca narrativa attraverso libretti in copia unica o in piccole tirature, dove le immagini emergono prepotentemente in forma di disegni, pitture, fotografie, incisioni.
Ha esposto a Torino, Milano, Parma, Roma, Tortona e Barcellona.
L’opera rappresenta una donna che nuota, sospesa nel blu dell’acqua purificatrice.
E’ una rinascita, una nuova venuta al mondo, un augurio e una speranza per tutte le donne che hanno subito violenza.


Marzia X, femminilità

MARZIA X

MarziaX è un’artista sperimentale perché nella vita stessa è alla ricerca di un linguaggio che rappresenti e trasmetta, attraverso l’esplorazione di un immaginario in divenire la cui tensione ultima è la comunicazione.
Ha esposto nella scena underground romana diversi lavori e installazioni.
‘’Quello che mi nutre è la vita stessa, la passione per gli attimi di unica bellezza, le oniriche visioni dai lati complessi e a volte oscuri».
Femminilità è una composizione fotografica che vuole rappresentare in chiave simbolica delle dinamiche reali. Al centro l’anima prima di precipitare nel mondo.
È nuda perché non indossa ancora nessun ruolo.
Non ancora…..

 

 


Pam Glew, artwork one

PAM GLEW

Pam Glew, nata nel 1978, è un’artista britannica nota per la sua tecnica unica di sbiancamento su tessuto.
Glewha iniziato con opere d’arte sulle bandiere e su tessuti intorno al 2007 come risposta alla guerra, in particolare ‘Ragazza afgana’ poi apparsa sulla copertina del giornale Le Monde le diede fama.
Bandiere, trapunte e broccato sono oggi utilizzati per esplorare e mettere in discussione come l’identità venga costruita dal nostro luogo di provenienza e dai luoghi in cui viviamo. L’uso dei tessuti, i diversi lavaggi, la tintura e la cucitura di stoffe con immagini di donne vengono utilizzati per parlare delle donne come minoranza nella storia dell’arte e per affrontare il tema dei diritti delle donne. L’artista ha esposto a livello internazionale in 6 principali mostre personali e oltre 100 collettive in gallerie, fiere d’arte e musei. Ha collaborato con Terry O’Neill e Bill Wyman e prodotto su commissione per Armani, Ralph Lauren, MTV e Mitsubishi Bank.
“L’opera che ho creato per BeFree è l’immagine di una donna in procinto di parlare. Come in apertura verso un amico o una persona di fiducia, gesticola con la mano come se stesse per raccontare la sua storia. Ho voluto rappresentare la sensazione di uscire dal buio, lasciando l’oscurità del passato alle spalle per iniziare un nuovo viaggio.”

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Patrizia Trevisi, organica

PATRIZIA TREVISI

Patrizia Trevisi rappresenta nella bidimensionalità dei suoi lavori in gesso l’eros primigenio, la potenza generatrice ed erotica del corpo umano. Questo è il simbolo della più ampia ed anteriore facoltà generatrice della Terra.

Ecco perchè nell’astrazione pittorica della Trevisi sono le forme organiche a farla da padrone. La sua è un’astrazione bimorfa che da un lato si riferisce alla Grande Dea Madre, la Terra, nella scelta dei materiali, le terre, e nella tecnica stratificata che porta al risultato finale di un lavore che va oltre la bidimensionalità.
Altro importante elemento della sua ricerca espressiva sono le Grandi Vulve, viste come ferite, aperture che mescolano Thanatos ed Eros.

Dopo gli studi artistici e la laurea in storia dell’arte, illustra libri e moltissime campagne pubblicitarie e manifesti cinematografici .
Collabora con grandi studi d’architettura e interior design in Italia e all’estero.
Le sono commissionate molte sculture tra cui i bassorilievi per il Club del Tennis Foro Italico Roma o i moduli per lo Stadio Olimpico Sala Sponsor Foro Italico Roma.

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Roxy Deva, Elizabeth

ROXY DEVA

Nella ricerca artistica di Roxy Deva il mondo naturale con le sue leggi diventa elemento rappresentativo dell’animo umano. Per esprimere l’indissolubile legame tra spirito e materia, fisica e arte Roxy ha elaborato una tecnica dove le leggi delle matematica algoritmica e il gesto artistico si fondono creando un mondo espressivo ricco e personale.

Elizabeth è un ritratto, che racconta la storia vera di una donna che ha saputo aiutarne altre a riconoscere ed esprimere emozioni e potenzialità. Ci appare come una sorta di serra dove ogni fiore porta al suo fianco una caratteristica a esso legata, scritta a mano da diverse donne intervistate dall’artista.
Questi aggettivi formano un vociare sommesso che narra della donna di oggi e di quella di ieri, di come essa stessa si vede e di come gli altri l’hanno definita.

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Susanna Barker Smith, interno 18

SUSANNA BAKER SMITH

Susannah Baker Smith è rappresentata dalla Gallerie Vassie di Amsterdam, e il suo
lavoro è in collezioni sia pubbliche che private.
Sono ritratti di amici, donne di ogni età e provenienza. Le immagini esplorano uno
spazio interno della fantasia dove le donne non sono confinate nei ruoli che la società
ha loro imposto; la loro disponibilità ad affrontare il loro fragilità rivela la loro forza.

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Tara Mc Pferson, crying up

TARA Mc PFERSON

Tara McPferson espone dipinti e serigrafie in gallerie d’arte di tutto il mondo.
È stata nominata «principessa della poster art» da ELLE Magazine, ha creato numerosi manifesti di concerti per band rock.
La sua arte è arrivata agli Oscar col il film «Juno», sulla copertina dell’Antologia Eisner Award Popgun 3, ed è nella collezione permanente di The Rock and Roll Hall of Fame.
In ottobre 2012 ha vinto Toy of the Year al Designer Toy Awards per la sua ‘Lilitu’.

 

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Valeria Patrizi, la compagna del mago vapore

VALERIA PATRIZI

Valeria Patrizi nasce nel 1978 a Roma, dove vive e lavora. Nel 1999 si specializza in decorazione pittorica presso l’I.S.A: di Roma e nel 2004 si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Da anni alterna l’attività di pittrice a quella di restauratrice e interior designer.
Tra le sue ultime mostre personali, «Placenta» al Palladium di Roma e «Due» alla Mondrian Suite Gallery di Roma. È vincitrice del concorso per artisti «2% Opere d’arte in Periferia» indetto dal Comune di Roma.
L’opera racconta la storia di una donna qualsiasi. Una donna di cui si dissolvono i contorni, perché probabilmente immersa nella ricerca di una nuova definizione del proprio “se”.

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Yvonne Ekman, una casa crollata

YVONNE EKMANN

Yvonne Ekman di provenienza nord europea, vive e lavora da molto tempo a Roma.
Professionalmente si occupa di musica e di ceramica.
Come ceramista ha orientato la sua attività verso la scultura con una sensibilità alle tematiche civile e sociali. Le sue opere sono state esposte in 15 mostre personali, circa 100 mostre collettive in Italia e all’estero e inoltre sono presenti in dieci raccolte permanenti.
Oggi espone alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nella collettiva “La Scultura Ceramica Contemporanea in Italia” visibile fino al 7 Giugno 2015.

Una casa crollata è una metafora di una donna che ha subito violenza a volte a costo della vita. Fra le macerie è lasciato un suo ricordo con una mano e una pantofola. L’opera è già stata in mostra ad “Arte Pensieri” per un progetto a sostegno della Palestina. La sofferenza della donna, il crollo fisico e simbolico della casa, ci rimanda a un sentimento interculturale di rispetto e riscatto.

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Mark Konstabi e Tony Esposito, mediterranean sounds

TONY ESPOSITO E MARK KONSTABI

Nata dall’amicizia tra Mark Kostabi, pittore e compositore statunitense, e Tony Esposito musicista italiano “Mediterranean Sounds” è un omaggio alle sonorità mediterranea ricche di storia e sincretismi.
L’opera è stata creata per BeFree.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Anita Kunz, senza titolo

ANITA KUNZ

Canadese di nascita, vive tra Londra, New York e Toronto.
Ha realizzato numerose copertine per Rolling Stone, The New Yorker, Sports Illustrated, Time Magazine, Newsweek Magazine, l’Atlantic Monthly e The New York Times Magazine.
È considerata una delle cinquanta donne più influenti in Canada.
Nel 2011 ha realizzato un’immagine per Google Chrome.

L’arazzo è stato violato. La bellezza dell’arazzo è una metafora della bellezza della donna, è il filo di lana racconta la violenza che le stata inflitta.

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