Per risvegliare la consapevolezza più profonda il Buddhismo Zen utilizza i Koan, ossia brevi racconti o affermazioni paradossali finalizzati ad aiutare la meditazione. La risposta ad ogni Koan è detta Kensho ed è una sorta di epifania, un’improvvisa illuminazione.
Ci siamo chieste: “Davanti ad un’opera d’arte visiva possiamo vivere un’esperienza simile?” In questi ultimi anni, grazie alle Art Experiences ed in particolare allo Slow Art abbiamo sperimentato come quanto di non-razionale è contenuto in un’opera d’arte possa arrivare e stupire profondamente l’osservatore rendendolo attivamente partecipe dell’esperienza artistica.
Come con i Koan, anche davanti ad un’opera d’arte visiva, se ci lasciamo trasportare dalle forme e dai colori lasciando andare il giudizio critico, possiamo mettere in moto vibrazioni sottili del nostro essere.
Essere artisti ed esporre non è per sé stessi, non è soliloquio, ma desiderio di comunicazione, spinta a muovere nell’osservatore quella scintilla che ha mosso l’artista stesso.
Nelle opere degli otto artisti che abbiamo chiamato ad esporre abbiamo visto un intento comunicativo forte, un messaggio non palese ma che va cercato. Spetta ai nostri ospiti cogliere l’opportunità offerta da queste opere per abbandonare i consueti schemi mentali e trasformarsi da osservatori passivi in dinamici fruitori d’arte!
Gli artisti in mostra saranno la canadese Nava Waxman, vincitrice del concorso The Spiritual Essence of Art, con tele che portano in un mondo di fiaba, dove una sapiente tecnica narrativa descrive paesaggi surreali ricchi di simboli ricorrenti. Ricorrente è il simbolo della farfalla, presente in tutta la Serie Butterfly Effect, ed in molte altre opere, con la sua impalpabile leggerezza che nasconde la potenza di ogni reazione a catena.
La ceramista nordeuropea Yvonne Ekman con le sue teiere impossibili eseguite con la tecnica raku, capaci di portare l’osservatore verso il capovolgimento di un tradizionale te delle cinque a vantaggio di un’attesa che ha più a che fare con la sospensione temporale zen che con le modalità europee.
L’artista romano Itto, con le sue Story Boxes: storie in scatola, a portata di mano, immagini criptiche, ma anche parole, che si susseguono con la velocità della nostra mano, a volte in un loop ripetitivo, altre sorprendendoci, proprio come la storia personale di chiunque.
La statunitense Denise Shaw con quattro tele, ognuna ispirata a un koan. Esempio palpabile delle molteplici letture che ognuno di questi racconti può contenere.
La giapponese Hannah Ueno con i lavori di screenprinting 3D lenticul
ar: immagini surreali frutto di fantasticherie e percezioni deformate di spazio e tempo.
L’artista lituana Kristina Denileviciene con i suoi lavori legati ai panorami del Mar Baltico dove, lungo le spiagge, raccoglie gli elementi che compongono le opere.
L’australiana Hilary Pollock con le Serie nate da un suo redisency in Cina: Quattro Stagioni e Cinque Sensi.
L’inglese Angela Hennessy con le sue delicate e raffinate tele che si muovono tra l’onirico e il surreale con un’attenzione particolare all’equilibri tra i vuoti.
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